Patogenesi della “cellulite” oggi
La “cellulite” è una condizione quasi esclusivamente muliebre che compromette la syloutte di moltissime donne. Diversi studi che si occupano di questa ”malattia“, pervengono a conclusioni antitetiche. Manca pure una denominazione riconosciuta.
Il termine cellulitis viene usato, nell’inglese scientifico, per indicare una malattia del tutto diversa: infezione suppurativo-gangrenosa del cellulare lasso sottocutaneo. In altre dizioni impiegate come PEFS, liposclerosi, adiposis oedematosa, riassumono concezioni morfologiche e patogenetiche non universalmente condivise.
Nei paesi anglosassoni, dove si svolge buona parte della ricerca biomedica, ha prevalso la tesi che nega dignità nosologica alla cellulite, considerandola una normale espressione di adiposità peri-trocanterica femminile.
Tessuto Adiposo
Morfologia, anatomia e funzione.
Morfologia:
il tessuto adiposo è un particolare tessuto connettivo costituito da adipociti o fat cells contenenti grossi vacuoli di lipidi,questi fungono da riserva energetica in risposta a segnali nervosi e umorali.
Gli adipociti sono sparsi in tutto il connettivo lasso, soprattutto in sede pervasale.
Il tessuto adiposo è un organo diffuso , il più grande del nostro corpo ,nel maschio 15.20 % e nella femmina 20.30 %.
Localizzato nel sottocutaneo, cavità inguinali,ascellari,logge renali,retropeitoneale.
Il tessuto adiposo ha anche funzioni di isolamento termico e protezione meccanica e di sostegno.
In base al colore abbiamo 2 isotipi:
1 varietà uniloculare o bianco contiene 90-99% di lipidi, tracce di carotenoidi,acidi grassi liberi, mono e di gliceridi, colesterolo e suoi esteri. Il tessuto adiposo bianco e formato da grosse cellule tondeggianti occupate da una unica goccia di lipidi(lipid droplet),pochi mitocondri e molti ribosomi. Le lipid droplet sono organi cellulari. Sono rivestite da fosfolipidi cui si legano particolari proteine che svolgono un ruolo nelle gestione del contenuto energetico. Ogni cellula adiposa è circondata da una membrana basale ed è avvolta da un intreccio di fibre reticolari. Gli da elementi cellulari sono accostati in ammassi divisi in lobuli da setti connettivali in cui si trovano i vasi sanguigni. Ogni adipocita è in contatto con almeno un capillare ,il flusso ematico in rapporto a quello muscolare,è di molto superiore.
Gli adipociti prendono origine dai prea-dipociti. Nell’adulto ,l’aumento della massa adiposa avviene per incremento volumetrico. Tuttavia anche in età adulta ci sono elementi staminali in grado di differenziarsi in adipociti.
L’apporto calorico può determinare in età prepubere un aumento di adipociti.Tale numero rimane invariato a vita. Il numero viene mantenuto costante tra fenomeno a apoptosi e neo-adipogenesi con un turn over di 10% annuo.
2 Tessuto adiposo multiloculare o bruno
cellule di dimensione ridotta,poligonali,molte gocce lipidiche ,elevato numero di mitocondri e una ricca rete vascolare. Presente nel feto e
neonato poi diventa t.a bianco. Produce calore mediante ossidazione dei trigliceridi nei mitocondri.
Aspetti funzionali
La principale funzione è la gestione delle riserve energetiche.
La crescita o la riduzione della massa grassa si realizzano attraverso una riduzione o aumento di volume.
Lipogenesi e lipolisi dipendono dallo stato nutrizionale e sono regolate da fattori endocrini come catecolamne,insulina ,ormoni steroidei e alcune adipokine..
Aspetto anatomico e fisiologico
Organo adiposo è diviso in 2 distretti:sottocutaneo e splancnico -addominale. Funzione ed entità di depositi sono variabili nei vari comparti, in funzione di età,sesso e attività ormonali.
Nell’uomo il grasso si localizza nella metà superiore del corpo,nella regione addominale,in sede viscerale(adiposità androide), nella donna invece predomina la distribuzione sottocutanea, specialmente nella porzione somatica inferiore, ossia nell’area gluteo-femorale (adiposità ginoide).
Ricerche condotte in vivo e in vitro , indicano che sia i fenomeni di lipolisi che di lipogenesi, vengono regolati in modo dissimile nel maschio rispetto alla femmina e nel reparto splacnico rispetto a quello sottocutaneo; quest’ultimo, nel sesso femminile, mostra, a sua volta, notevoli differenze regionali, soprattutto evidenti tra l’ipoderma della metà superiore del corpo e quello gluteo-femorale.
LIPOGENESI: primo passo captazione ac.grassi liberi(FFA), che la lipoproteinlipasi(LPL), sintetizzata dagli adipociti e trasferita alla cellule endoteliali, preleva dalla lipoproteine plasmatiche: chilomicromi e VLDL.I FFA penetrano dentro gli adipociti, per diffusione passiva o trasporto attivo. Convertiti poi in acil-CoA e legati al glicerolo-3-fostato. Ricavato dal metabolismo glucidico. L’esterificazione porta alla formazione di trigliceridi e racchiusi nel citoplasma entro le lipid droplets,rivestite da una famiglia di proteine le PAT(PERILIPINA -A).
L’INSULINA esplica una potente azione di stimolo sull’attività della LPL e,quindi sulla captazione dei FFA e sulla liposintesi.
LIPOLISI: nell’uomo gli unici ormoni in grado di avviare la lipolisi sono le catecolamine(adrenalina e nordadrenalina) che a livello cellulare interagiscono con quattro recettori adrenergici differenti:beta1, beta2, beta3 ed alfa2.
I tre sottitipi beta trasmettono impulso lipolitico mentre le alfa mandano un segnale antilipolitico. L’adipocita è lìunico elemento cellulare che ospita sulla sua membrana, adrenorecettori agonisti e antagonisti. L ‘idrolisi dei trigliceridi dipende pertanto dal bilancio locale tra questi imput di segno opposto.I ricettori beta attivano l’enzima di membrana adeniliciclasi determinando un aumento dellìAMPciclico il quale a sua volta innesca la proteikinasi(PKA).I recettori alfa2 hanno effetto contrario.(inibitorio)
In presenza di Camp, la PKA fosforilla la lipasi ormono sensibile e della peilipina , in tal modo la lipasi ora attiva,va verso i depositi lipidici dove inizia l’idrolisi dei trigliceridi , in collaborazione con altre lipasi.
Il recettore beta2 , in condizione normali, è il più rilevante promotore lipilitico e la adrenalina il ppricipale ligando.Lo stesso ormone eccita,però, eccita anche il ricettore alfa2. Il bilancio tra gli effetti lipolitici ed antilipolitici della stimolazione adrenergica dipende,in un determinato distretto, dal rapporto numerico tra unità di tipo beta2 e di tipo alfa2 e da variazionii locali di sensibilità.
L’INSULINA è il più potente ormone antilipolitico, incrementato la funzione della fosfodiesterasi 3b ,che degrada il c AMP che si forma per cui rende reversibile lì’attivazione della lipasi ormono sensibile.
Cosi si spiega come aminofillina e teofillina che inibiscono la fofodiesterasi,bloccano la rimozione di c APM con incremento della lipolisi. L ‘adenosina invece inibendo la produzione di cAMP è antilipolitica..
DIFFERENZE TRA ZONE E SESSO
Nella specie umana i depositi lipidici mostrano disuguaglianze morfologiche e fisiologiche, a seconda del distretto corporeo , del sesso,età, e del BMI. Le disparità più rilevanti,si sono notate nel maschio tra il tessuto adiposo viscerale e sottocutaneo. Nella donna in età feconda, tra l’ipoderma gluteo-femorale e quello della parte superiore del corpo.
In entrambi i sessi i soggetti obesi manifestano anomalie nella risposta ormonale.
Ogni accumulo di adipe dipende tra il rapporto lipolisi e liposintesi.
La liposintesi dipende dall’insulina e dai glicocorticoidi che aumentano le attività delle lipoproteinlipasi
La lipolisi invece è soggetta a molti influssi endocrini , la sua modulazione invece dipende tra il numero e la responsività dei recettori adrenergici di tipo beta(prolipolitici) e quelli alfa2(antilipolitici).
Anche gli ormoni sessuali svolgono un ruolo importante:gli adipociti hanno recettori per gli estrogeni,dando cosi peculiarità anatomiche al sesso femminile.
I maschi hanno maggior tendenza rispetto alle femmine di accumulare grasso nella sede addominale con le relative correlazioni patologiche che ne derivano. Confrontando il metabolismo lipidico dei due sessi la principale differenza consiste nella prevalenza all’entità dell’idrolisi dei trigliceridi negli adipociti viscerali degli uomini. Nel maschio gli adipociti viscerali manifestano un più vivace turnover delle scorte energetiche,per cui associano una maggiore litogenesi ad una più intensa lipolisi. Negli stessi soggetti, il rapporto tra liposintesi e lipolisi nel pannicolo adiposo sottocutaneo è assai meno favorevole alla deposizione di grasso.
Nella femmina invece gli adipociti dell’ipoderma sono più grandi di quelli viscerali e presentano una maggiore attività liposintetica .Anche la lipolisi è piu vivace rispetto al distretto viscerale.
Il numero di adrenorecettori alfa2 degli adipociti del sottocutaneo è più elevato nella donna che nell’uomo; ciò sembra collegato all’attività degli estrogeni. Questi ormoni aumentano l’espressione delle unità recettoriali antilipolitiche nelle cellule adipose del sottocutaneo, ma non in quelle viscerali, dirottando in tal modo,la deposizione di grasso verso la periferia. Anche la diversa distribuzione di grasso nei distretti corporei è dovuto alla diversa sensibilità locale allo stimolo catecolaminico.Si accertato che nella femmina le cellule adipose dell’ipoderma gluteo-femorale presentano una sensibilità alfa2-adrenergica 40 volte superiore a quella dell’addome, per cui uno stimolo catecolaminico esercita in loco un effetto prevalente anti-lipolitico.STUDI HANNO DIMOSTRATO CHE LA LIPOLISI NELLA DONNA è INFERIORE A QUELLA DELL’UOMO.
ETIOPATOGENESI DELLA CELLUTITE
5 principali ipotesi:
edema da eccessiva idrofilia della matrice
alterazione microcircolo cui segue fibro-sclerosi
ernie adipocotarie intradermiche(anatomia diversa uomo-donna)
risposta allo stiramento dei tralci connettivali inerlobulari
proteolisi dei tralci delle metallo proteasi
eccessiva idrofilia matrice:
nel derma cellulitico si ha un aumento di glucosaaminoglicani con segni di attivazione fibroblastica,alterazione parete dei vasi e rarefazione fibre elastiche e collagene subdermiche.Ciò indica una anomala risposta connettivale che attraversi il richiamo di liquidi nell’interstizio,esita in neofibrillopoiesi del sottocutaneo.
Alterazione microcircolo:
Lo stadio iniziale è associato ad eccessiva adiposità con irregolarità cutanee nei glutei, cosce, addome e spalle.(cute a materasso).gli adipociti alterati in forma e dimensione associato ad edema del derma con dilatazione dei linfatici con ipercheratosi follicolare (buccia d’arancia), successivamente lesioni globulari palpabili ,mobili e dolenti.
Rilevante la presenza ,sull’endotelio femminile , di recettori per gli estrogeni(permeabilità)
Ernie adipocitarie:
per i paesi anglosassoni le cellulite è un semplice accumulo di grasso in contrasto con l’ipotesi microangiopatica. Secondo alcuni ricercatori si attribuisce la irregolarità della cute cellulitica ad ecccesivo deposito lipidico locale (non c’è cellulite senza adiposità) e a una peculiare archiettura del sottocutaneo della donna formando delle erniazioni.
DISEGUALE REAZIONE ALLO STIRAMENTO DEI TRALCI INTERLOBULARI:
Il progredire della adiposità determina tensione dei tralci inerlobulari con ispessimento reattivo per stimolo meccanico dei fibroblasti con esiti in fibrosclerosi e retrazione.
PROTEOLISI DEI TRALCI INERLOBULARI:degrado del collagene nelle zone di cellulite conseguente all’azione di alcune proteasi della matrice. La loro attività aumenterebbe per effetto degli estrogeni. Si avrà cedimento dei setti fibrosi intercellulari.
CELLULITE: NUOVE ACQUISIZIONI E TERAPIE
Il tessuto adiposo non gioca un ruolo significativo nll’isorgenza della cellulite ma è vittima di una situazione microcircolatoria ,di un difetto dell’impalcatura fibrosa connettivale,al massimo genera una tensione meccanica attraverso l’ipertrofia.
Funzione adipocita:
governa bilancio energetico
secrezione ormonale e bioconversione ormoni steroidei
sostanze adipcitarie ad attivita endocrina paracrina:
- leptina
- adiponectina
- resistita
- IL6
- TNF-ALFA
- Adipsina
- Prostaglandine
- Lipoproteilipasi
- Angiotensinogeno
- FGF
- PAI
- VEGF
l’importanza dell’eccesso adiposo poi in quello viscerale,sembra assumere ruolo fondamentale nella patogenesi della resistenza insulinemica e del diabete tipo 2, come pue ateroscleosi e malattie cardiovascolari.Il tessuto adiposo è molto plastico ; ciò è dovuto alla presenza di elementi mesenchimali indifferenziati, capaci, in caso di necessità, di trasformarsi in ADIPOCITI. Alla neoadipogenesi si contrappongono fenomeni di apoptosi.Il tessuto adiposo può inoltre modulare ,direttamente e indirettamente. Il flusso ematico che lo attraversa. Gli adipociti secernono fattori neoangiogenetici e altri fattori che regolano l’endotelio.
Studi recenti hanno dimostrato che in soggetti obesi gli adipociti vaanno incontro ad ipertrofia con incremento di rilasci di citochine flogogene che causano menomi dolorifici muscolari .
L’adiposità comporta attivazione di meccanismi biochimici-cellulari di tipo flogistico, che determina fenomeni a distanza tipo resistenza insulinemica e aterosclerosi.
Per alcuni ricercatori il tessuto adiposo è un organo infiammatorio, per cui l’obesità sarebbe una condizione di flogosi cronica. Si potrebbe allora dedurre che negli accumuli adiposi distrofici della cellulite i processi infiammatori che si originano possano inescare alterazione endoteliali, edema descritto da curri e fenomeni di proteolisi enzimatica dei setti interlobulari.
La cellulite potrebbe in tal modo rivelarsi degna del suo nome come affezione infiammatoria.
TEARAPIE DELLA CELLULITE IN FUNZIONE DI QUESTA OTTICA messe a punto dal dott. FRACASSO GINO
STEP 1: riportare il soggetto dentro al suo BMI , non solo fisiologico ma anche armonico( in funzione del fenotipo ginoide o androide)
STEP2: carbossiteapia, linfangoghi, presso terapia, D.L.M., flebotonici, soletta vascolare se necessita, correzione posturale e integrazione con albumina al fina di ripristinare il flusso linfoematico.
STEP3: radiofrequenza tripolare per interagire con i setti, con il metabolismo adipocitario e con la neocollagenesi.
STEP4: ANTIOSSIDANTI E ACIDO BOSWELICO PER INTERFERIRE CON I PROCESSI DELL ‘INFIAMMAZIONE
STEP5: cavitazione per ridefinire gli accumuli adipocitari
STEP6: attività fisica costante di tipo aerobico
Bibliografia:
Dott. Ferdinando Terranova da “La medicina estetica” anno XXXII n. 4 del 2008 – Editrice Salus Internazionale