Il termine “Cellulite”, viene comunemente usato per definire un aumento volumetrico del grasso in vari distretti corporei. In realtà tale aumento di volume può essere determinato da diverse cause:
- un eccesso di grasso localizzato
- un’alterazione del microcircolo del tessuto adiposo (PEFS)
- un cedimento del muscolo gluteo
- una sporgenza ossea della testa del trocantere
Ognuna di queste cause ha un nome specifico:
- Adiposità Localizzata indica un eccesso di tessuto adiposo localizzato
- Panniculopaita edemato-fibro-sclerotica (PEFS) indica un’alterazione del microcircolo del tessuto adiposo, con tendenza all’evoluzione e alla cronicizzazione, che induce un aumento di volume a livello trocanterico.
- Con il termine Ipotonia Muscolare viene indicata una carenza di volume e di tonicità del muscolo gluteo
- ed infine con il termine Habitus Ginoide si intende una particolare struttura ossea del bacino.
Va da sé che è particolarmente importante una diagnosi differenziale tra le varie situazioni elencate per applicare un adeguato programma terapeutico, diverso per ciascuna di esse.
La diagnosi differenziale è ancora di più necessaria in caso di trattamenti ad azione lipoclasica con distruzione del tessuto adiposo, in quanto essi sono utili nelle adiposità localizzate ma dannosi nella nella PEFS, caso in cui si può avere addirittura un peggioramento del quadro clinico ed estetico.
Per effettuare la diagnosi differenziale è indispensabile una visita medica.
Si inizia con una valutazione antropometrica per definire habitus, peso altezza, BMI, massa grassa , massa magra, composizione corporea e massa muscolare.
Il tessuto adiposo è distribuito nei visceri e sottocutaneo.
La disposizione del tessuto adiposo superficiale è differente nell’uomo e nella donna: nell’uomo il grasso si deposita prevalentemente a livello della parte superiore del corpo, mentre nella donna si deposita nella parte inferiore.
Il grasso poi presenta una diversa mobilizzazione. Il grasso dell’uomo si metabolizza più facilmente di quello della donna.
La PEFS rappresenta la conseguenza di un danno del microcircolo, pertanto il trattamento deve iniziare con una rieducazione comportamentale, utile ad evitare le cause che inducono la stasi veno-linfatica.
Importante è curare l’alimentazione che deve essere povera di sali.
La stipsi comprime le vene iliache.
L’aumento degli estrogeni determina edema per aumento della permeabilità vasale.
Anche una postura scorretta determina un mal funzionamento del sistema linfatico.
Infine è importante un’alimentazione povera di carboidrati semplici e complessi.
Terapie
Si può intervenire per riparare il danno del microcircolo con troxerutina (bioflavonoide) per via transdermica (mesoterapia) in D3, trattando gli arti inferiori lungo le safene, la faccia esterna della coscia e la faccia interna del ginocchio.
Possiamo anche usare un macchinario in mio possesso che manda il principio attivo all’interno con una particolare frequenza senza aghi.
Anche la carbossiterapia agisce sempre sul microcircolo, per cui è in grado di combattere la cellulite nella fase edematosa, ovvero la fase in cui è reversibile.
Il drenaggio linfatico è anch’esso valido per ridurre l’edema alle caviglie.
Lo stesso dicasi per la pressoterapia.
Il trattamento degli eccessi adiposi
L’eccesso di tessuto adiposo generalizzato richiede la dietoterapia.
Si può invece intervenire sull’eccesso di tessuto adiposo localizzato con trattamenti lipolitici o lipoclasici.
Adiposità ipertrofica e iperplastica si trattano invece rispettivamente attivando la lipolisi con xantine per via mesoterapica, e con lipoclasi (ovvero distruzione del tessuto).
Immediatamente dopo applico trattamenti lipoclasici sullo stesso tessuto come:
- ossigeno-clasi
- idrolipoclasia ultrasonica
- adipoclasi per apoptosici
Per applicare la terapia corretta per il proprio caso specifico è quindi importante affidarsi ad uno specialista che sia innanzitutto esperto nel diagnosticare i diversi problemi e che sia inoltre padrone delle diverse tecniche di trattamento specifiche.
Raccomando quindi di controllare il percorso di studi del medico specialista a cui vi affidate, verificando che abbia frequentato almeno 4 anni di scuola di Medicina Estetica oltre alla laurea, per essere sicuri di affidarvi a mani esperte.