Nel nostro Paese, come in tutto il mondo occidentale, il problema del peso corporeo, inteso come sovrappeso, interessa un numero sempre maggiore di persone.
Al di là dei relativamente pochi casi in cui il problema ha origine da disturbi del sistema endocrino o da cause genetiche, nella maggioranza dei casi il peso eccessivo è dovuto da una parte alla sempre maggiore disponibilità di alimenti e dall’altra ad uno stile di vita sempre più sedentario.
Il peso ideale è un concetto relativo, difficile da stabilire scientificamente, ma una stima approssimativa la si può ottenere calcolando l’Indice di Massa Corporea o Body Mass Index (BMI), che è attualmente il principale indicatore diagnostico del sovrappeso e dell’obesità.
Come si calcola il BMI?
Il BMI si calcola con una semplice operazione matematica dividendo il proprio peso in Kg per il quadrato della propria altezza espressa in metri:
BMI = Peso (kg) / Altezza al quadrato (metri)
e confrontando il risultato con la seguente tabella:
UOMO | DONNA | |
Sottopeso | < 20,1 | < 18,7 |
Peso ottimale | 20,1 – 25,0 | 18,7 – 23,8 |
Sovrappeso | 25,1 – 29,9 |
23,9 – 28,6 |
Obesità di 1° grado | 30,1 – 35,0 | 28,7 – 35,0 |
Obesità di 2° grado | 35,1 – 40,0 | 35,1 – 40,0 |
Obesità di alto grado | > 40,0 | > 40,0 |
Attenzione: la valutazione fornita dal BMI non è però applicabile alle seguenti categorie di persone:
- adolescenti
- donne in gravidanza
- persone anziane (quando l’altezza non è misurabile con accuratezza)
- atleti ed individui con muscolatura molto sviluppata
Ricordiamo comunque che questo calcolo è approssimativo e non sostituisce il parere del medico. Il peso corporeo di un soggetto è, infatti, essenzialmente, il risultato della somma del tessuto scheletrico, della massa muscolare e del tessuto adiposo, e quindi risulta evidente che non è possibile, dal solo valore espresso dalla bilancia, distinguere se il peso dipenda da un accumulo di tessuto adiposo, da un tessuto muscolare ipertrofico o da una struttura scheletrica estremamente solida.
Di particolare importanza è la misura della circonferenza nel punto vita: nell’uomo non dovrebbe superare i 102 cm, mentre nella donna gli 88 cm. Sopra tali valori aumenta notevolmente il rischio di malattie cardovascolari legate ad alterazioni ematochimiche (colesterolo LDL, trigliceridi, acido urico, diabete di tipo II, ipertensione, ecc.).
Per questo motivo è importante rivolgersi per la diagnosi ad un medico abilitato come il dott. Gino Fracasso che possa valutare con gli opportuni strumenti la composizione corporea del soggetto, al fine di determinare in maniera precisa la quantità di grasso corporeo e la sua distribuzione.
Un adulto di peso normale ha una percentuale di grasso che varia dal 10% al 20% del proprio corpo; le donne hanno valori leggermente superiori che vanno dal 15% al 25%. Utilizzando questi valori come parametri di riferimento, un individuo può essere considerato in sovrappeso quando presenta il 25%-30% di grasso corporeo e decisamente obeso quando il grasso supera il 30% del peso corporeo.
Il grasso corporeo normalmente tende ad aumentare con l’avanzare degli anni a causa di una riduzione dell’attività fisica, di una diminuzione del metabolismo a riposo, e di una minore richiesta calorica dell’organismo.
Dal punto di vista morfologico, cioè sulla base della distribuzione del tessuto adiposo, si riconoscono due tipi di obesità: Androide e Ginoide.
a: Obesità Androide – b: Obesità Ginoide
La prima, più frequente ma non esclusiva dell’uomo, è caratterizzata da una più abbondante distribuzione del grasso in corrispondenza del tronco, della radice degli arti, della nuca, del collo e della faccia. Nella donna si riscontra più facilmente dopo la menopausa.
In questo tipo di obesità il grasso ha una localizzazione prevalentemente viscerale, ed è spesso associata a dislipidemie ed altre patologie.
L’obesità ginoide, più frequente ma non esclusiva della donna, è accompagnata invece da pallore cutaneo e adipe flaccido in corrispondenza dei fianchi, dei glutei, delle cosce e delle gambe. Può essere presente anche nell’uomo con quadri di ipogonadismo.
Il grasso, in questo tipo di obesità, ha una disposizione prevalentemente sottocutanea.
L’obesità è correlata con numerose malattie degenerative quali diabete, ipertensione arteriosa, ischemia miocardica, insufficienza cardiaca, colecistopatia, nefropatie e danni osteoarticolari, in particolare a carico della colonna vertebrale e del piede. Di conseguenza, negli individui obesi la speranza di vita è significativamente ridotta, e questo è un ulteriore motivo per arginare il problema prima che si aggravi ulteriormente, o, meglio ancora, prevenirlo ricorrendo all’aiuto di un medico esperto quale il dott. Gino Fracasso per trovare la giusta terapia applicabile al caso specifico.
I trattamenti per il sovrappeso e l’obesità si basano su una dietoterapia programmata, che viene stilata dal medico dopo un accurato check-up medico-estetico nel quale si analizzano approfonditamente gli esami ematochimici ed i dati morfo-antropometrici.
Per il rimodellamento della figura oggi è inoltre disponibile la Lipolisi, un trattamento innovativo che agisce sulla distruzione selettiva degli adipociti, portando agli stessi risultati della liposuzione, ma senza gli effetti collaterali della stessa e con costi decisamente più contenuti.